Relazionarsi mediante regole certe può avere il suo fascino. Ci si sente protetti da eventuali derive affettive e complicazioni sociali. In questo modo si può dare e ricevere, in modo esponenziale. Serve a creare un terreno di sperimentazioni. Attraverso le quali ci si mette in comunicazione con se stessi, verificando i propri limiti e le proprie capacità. Ci si riappropria delle personalità più recondite, al fine di essere più forti e consapevoli. Di come siamo, di cosa vogliamo.
Un modo di essere che, per sua natura, dev'essere temporaneo. Perché deve avvalersi di persone speciali, di una compagnia speciale. Che sia complice, condividendo regole che vanno rispettate. Perché anzitutto deve esserci il rispetto per il/la partner. Soprattutto se si bypassano tutte le regole sociali che impongono relazioni eterosessuali e canoniche. Si può essere complici fra uomo e donna, fra donna e donna, fra uomo e uomo. E, perché no?, fra coppia e uomo/donna.
lunedì 4 dicembre 2006
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2 commenti:
Perchè dev'essere per forza una storia temporanea?
interessante. Aggiungo una mia esperienza: sono "normalmente etero" e prediligo il rapporto completo con le donne e sentimi oggetto e soggetto nell'atto, ma riguardo alla complicità la trovo di più con un amico con il quale ci masturbiamo, a lui piace poi dedicarsi alla fellatio, e lo sento come un gesto molto intimo e "complice" e senza strascichi morali.
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